Conte, Tevez, Pirlo e La Juve sono me

L’estate scorsa Conte; questa, Pirlo e Tevez e la Juve che non si scompone e, anzi, avvia e sviluppa rivoluzioni tecniche a getto continuo.

“La Juve sono me” potrebbe essere lo slogan di chi riafferma in continuazione la prevalenza della società su tutto e tutti, e programma, acquista (Dybala, Mandzukic, Neto, Zaza, Khedira, Rugani), vende bene. E conserva il primato.

Dietro, la concorrenza continua a inseguire confusamente tentando anche la strada dell’azzardo (Napoli). A oggi soltanto Inter e Milan hanno messo insieme tre acquisti (a testa) molto interessanti, ma prima di poterli “toccare” dovranno attendere qualche giorno (Murillo e Miranda, ad esempio, hanno appena concluso la coppa America e il primo è addirittura infortunato); a Mancini mancano ancora un difensore sinistro, un centrocampista e una o due punte (Jovetic, Salah e Perisic le soluzioni indicate). Mihajlovic ha aggiustato l’attacco e adesso prova a prendere Romagnoli (“con lui saremmo a posto per dieci anni”) e un altro centrocampista (dubito che si tratti di Gundogan: ha problemi alla schiena).

Fiorentina e Lazio hanno combinato poco o nulla, per ora: la prima ha trascorso più tempo a litigare con (e per) Salah che a fare mercato; la Roma ha portato a casa Iago Falque e conservato Nainggolan, ma deve ancora acquistare un esterno sinistro e l’attaccante da 15-20 gol (i recuperi di Castan e Strootman ad alimentare le speranze di competitività): occhio ai giocatori che lasciano il City, quando il club inglese li molla è perché è convinto che abbiano poco da dare.

Dicevo dell’azzardo Napoli: acquisti di profilo medio ma funzionali al gioco del nuovo allenatore, la difesa ancora da allestire e diffidenze diffuse, miste a curiosità.

L’anno scorso molti di noi, dopo l’addio di Conte, predissero un notevole calo del rendimento della Juve. Errore grave. Prima di ripeterlo, riferendosi alle partenze di Tevez e Pirlo, converrà aspettare ottobre.