Totti, soltanto un’emozione

Ci sono momenti in cui è più opportuno, oltre che bello, godersi un’emozione. Senza spingersi oltre, nel campo della polemica.

Momenti come quello dell’Olimpico, dei due gol in tre minuti di Francesco Totti, il campione che soltanto a 40 anni è diventato almeno per qualche ora il campione di tutti, non soltanto dei romanisti.

Il calcio è uno scrittore illuminato: regala pagine indimenticabili, si inventa passaggi ai quali la fantasia, da sola, non riuscirebbe mai ad arrivare. Ecco l’ingresso in campo al quarantunesimo del secondo tempo con la Roma incredibilmente sotto di un gol e peraltro dopo oltre mezz’ora di riscaldamento: una punizione dalla destra, Totti non la batte e va a piazzarsi sul secondo palo; l’esecuzione, lo slancio, il tocco decisivo di chi? Di Totti. E poi un rigore inesistente, dopo due buoni e non assegnati. Ancora Totti: 3 a 2.

Ho, abbiamo visto gente piangere in curva: il trionfo dell’incredulità e della passione, la sublimazione del concetto di campione che arriva al cuore.

A Spalletti, che ha provato a recitare un ruolo difficilissimo, ricordo una frase che Roberto Baggio ripeteva spesso: “Mai mettersi contro il campione. Chi lo fa ha perso in partenza, perché il campione non muore mai”.

Il campione è il calcio, il resto è chiacchiera.

Spalletti, partita a carte col torto

Ci sono cose giuste che se dette al momento sbagliato ottengono l’effetto contrario. Ma la “guera e guera”, e questo tra Spalletti e Totti altro non è che lo scontro finale di un conflitto per certi versi epico e che non prevede vincitori, solo vinti: ragione contro sentimento.

Sacchi, il bel gioco dura tanto

Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Perché da anni Sacchi il commentatore, l’ex tecnico, ha assunto una funzione onomatopeica, è un’ottima medicina che non cura ma non fa nemmeno danni: ci riporta infatti – sistematicamente e inutilmente – all’essenza del bel gioco, all’utopia per noi italiani senza più campioni – e poco importa se il suo bel gioco resta associabile solo alle stagioni milaniste: innovatore lo è stato senz’altro, qualcosa di grande ha fatto.

Totti che non finisce mai

C’è un passaggio dell’intervista di Donatella Scarnati a Totti che mi ha particolarmente colpito. Quando dice: “Nessuno può obbligarmi a smettere. Se e quando, lo decido io”. Manca il dove. Anche se è implicito che lui vorrebbe fosse Roma, la Roma.

Le italiane agli italiani!

Il girone lo superava anche con un Milan in difficoltà. Al primo anno di Juve ha raggiunto la finale; al secondo, la qualificazione con un turno d’anticipo. Eppure il gruppo D non era considerato dei più semplici: i milionari del City, le due E-League di fila del Siviglia di Emery, la nuova vita del Moenchengladbach. Undici i punti raccolti in […]