I primi quattro mesi del campionato sono stati soprattutto i mesi di Higuaìn: ha realizzato 16 gol senza rigori, che non sono la sua specialità; 16 in 17 giornate, più della metà di quelli segnati dal Napoli (31). La scorsa stagione dopo lo stesso numero di partite il capocannoniere era Tevez con 11.
Le sue prodezze hanno inevitabilmente generato domande e paragoni: è lui il centravanti più forte del momento?, supererà quota 30?, non ricorda forse Giorgione Chinaglia? Higuaìn non è il numero 1 del ruolo – opinione personale: Ibra e Suarez li considero inarrivabili – ma di sicuro è il giocatore più importante e decisivo della Serie A anche grazie a una squadra che ha scelto di mettersi a sua disposizione: da Insigne a Callejòn, da Jorginho a Hamsik, da Ghoulam a Hysaj, tutti si muovono in funzione dell’argentino, che peraltro sa sempre come farsi trovare.
A Higuaìn, che era reduce da una stagione di delusioni personali, mancavano la serenità, uno po’ di ordine e il peso forma: serenità e ordine glieli ha dati Sarri, qualche chilo gliel’ha tolto il dietista – i risultati sono davanti agli occhi di tutti.
Di Higuaìn colpiscono la corsa apparentemente sforzata eppure ricca e piena, il telaio, la personalità, la partecipazione all’azione d’attacco, la freddezza nell’uno contro uno (una condanna per il portiere avversario), la straordinaria difesa del pallone, l’impressionante potenza: pensate solo al destro col quale aprì dopo pochi minuti Napoli-Inter. Se da agosto a oggi l’Inter o la Roma avessero avuto Higuaìn oggi avremmo una classifica diversa. Ma ce l’ha il Napoli. Che fa di tutto per meritarselo.