Ronaldo e Ibra, destini incrociati

Ronaldo a Parigi, Ibra in America. Già dalla prossima stagione. Non è solo mercato, calcio, fantasia: è politica, finanza e anche altro. Il piano è scattato: i qatarioti – Nasser Al-Khelaïfi e compagnia contante – vogliono, anzi devono rapidamente accreditarsi negli Stati Uniti e hanno pensato di farlo partendo proprio dalla Mls (organismo centrale), per questo intendono consegnare alla lega il campione-civetta in grado di lanciarla internazionalmente. Ibrahimovic per un paio di anni, a Los Angeles più che a Miami (dove proprio un loro fondo sta cercando di acquistare il 75% del club non ancora presente nei top17), e in seguito CR7 che nel frattempo passerebbe dal Real al Psg: il costo dell’operazione non è un problema.

Non è un segreto che i vertici del calcio mondiale siano convinti che dietro la maxi-inchiesta che – grazie a Dio – ha finalmente demolito la Fifa di Blatter ci siano proprio gli Stati Uniti ai quali il Qatar ha soffiato – ora sappiamo come – i Mondiali del 2022: ma oltre al torneo più discusso di sempre i qatarioti hanno bisogno di tutelare interessi ben più rilevanti.

Potete immaginare la gioia del cinquantenne Jorge Mendes, agente e amico di CR7, oltre che figura centrale dell’operazione: dopo aver conquistato l’Europa si è preso la Cina (Jackson Martinez, il Guanghzou) e adesso può occupare anche gli Stati Uniti. Un campione di Risiko.

Ovviamente – denaro a parte – non sarà facile strappare Ronaldo a Florentino: peserà la volontà del fenomeno che da tempo sta però pensando di cambiare aria.