Prepariamoci a vivere le due stagioni che ci spappoleranno i fegati e non solo quelli. Parlo del periodo che andrà tra l’inizio della sperimentazione della moviola in campo (giugno) e la sua effettiva introduzione (campionati 2018-19). Perché da sabato 5 marzo l’instant replay non è più un’ipotesi, un’illusione, un pretesto, un’utopia, una campagna stampa: da sabato è realtà, molto più di mezza verità.
Il calcio (si) cambia – finalmente abbandonata l’ipocrisia dei valori. Chi lo governa si è reso conto che tra le serie professionistiche e il resto del calcio (tornei minori, dilettanti, amatori, giovanili) la distanza è già stata abbondantemente marcata dalla televisione: da anni si parla di due sport diversi. Quello di A controllato tecnologicamente, gli altri più liberi.
La moviola in campo è una tutela per chi paga il biglietto ma anche per chi lo finanzia (tv, presidenti): toglie potere all’arbitro, troppo spesso sconfitto dalle telecamere, e rende il calcio più giusto anche se non perfetto: il compito della moviola è quello di ridurre il numero degli errori, impossibile cancellarli totalmente.
La moviola è uno strumento politico al servizio degli appassionati, della gente: non a caso il nuovo presidente Fifa ha impiegato un istante per assumersene la paternità.
Cosa succederà nei due anni-chiave? Succederà che anche su richiesta del pubblico le televisioni ne abuseranno giocando una sorta di campionato alternativo legittimato e la temperatura salirà fino a rendersi insopportabile. In fondo già lo è.
Pensate davvero che per completare la preparazione non sarebbero bastati pochi mesi, da qui ad agosto?