E’ stato il Leicester di Ranieri a restituirci il piacere della favola di calcio. Da Crotone ce ne hanno raccontata subito un’altra altrettanto sorprendente, e in fondo ne stiamo vivendo una noi tutti, bellissima per ora, grazie a Conte che adesso desidera sublimarla con la “bolgia azzurra”.
Favoloso è anche l’Europeo dell’Albania più italiana di sempre, quella di Gianni De Biasi e Paolo Tramezzani che proprio nella nostra lingua non solo di campo si rivolgono ai giocatori riuscendo a ottenere risultati sempre più storici, indimenticabili: non a caso nei giorni scorsi il premier di Tirana, il 42enne Edi Rama, un ex cestista, ha detto che “per l’immagine del Paese questa squadra ha fatto più di qualsiasi altro soggetto, di qualsiasi altro evento positivo”.
L’Albania è diventata la seconda squadra di molti di noi, in questi giorni europei: la sentiamo più vicina grazie a Berisha (Lazio), Hysaj (Napoli), per rendimento tra i migliori terzini del torneo, Ajeti (Frosinone), Basha (Como) e Memushaj (Pescara). La seguiamo con più simpatia, ne condividiamo l’entusiasmo e fino all’ultimo secondo della partita con i romeni abbiamo sperato che portasse a casa i tre punti che potrebbero addirittura consegnarle l’ottavo di finale.
Il rapporto tra italiani e albanesi non è mai stato amichevole, tutt’altro. Soltanto il calcio con le sue suggestioni, quel poco o quel tanto di bene incarnato che ha, è riuscito a migliorarlo, almeno temporaneamente, e questa è una favola nella favola.