La preparazione, la tattica, la determinazione, la forza di volontà, l’applicazione, lo spirito di sacrificio e di squadra, la qualità anche, la concentrazione. E poi c’è Chiellini che in un fortunatissimo momento fotografico si è riassunto da solo: sembra un vietcong che, disarmato, tenta comunque di spaventare i nemici urlando tutta la sua aggressività.
Chiellini è una parte FONDAMENTALE della Juve che vince: è il difensore-difensore, interprete all’antica di un ruolo colpevolmente trascurato, uno che con il rendimento, la generosità e le prestazioni sempre al limite riesce a far dimenticare i limiti tecnici.
I tifosi avversari detestano soprattutto lui, sottolineandone la rudezza degli interventi, le tutele arbitrali, la scompostezza: e lui che in fondo è un buono – lo abbiamo detto di tutti i grandi difensori, Vogts escluso – non si scompone MAI. O se lo fa c’è sempre un attaccante che ne subisce le conseguenze.
Chiellini le dà e accetta di prenderle, è il recordman di fasce e cappucci indossati per coprire una ferita alla testa, è un contrasto vivente e nell’andata col Real, partita giocata dalla Juve con una maturità impressionante e la capacità di essere sempre presente a se stessa anche nelle difficoltà (magnifico Allegri), è risultato centrale.
Chiellini è il carattere in più della Juve, quel particolare che ha reso il suo compagno di battaglie Bonucci superiore anche a se stesso.