Calcioscommesse in Lega Pro, sorpresa zero

Lo dissi durante una puntata della Domenica sportiva Estate, alcuni anni fa. Avevo raccolto lo sfogo di un giocatore di una squadra campana del quale, peraltro, non ricordo il nome: mi anticipò soltanto che per evitare di perdere il lavoro non sarebbe mai uscito allo scoperto.

“In Lega Pro molto spesso, troppo spesso” spiegai “sono proprio le società in costante crisi di liquidità e piene di debiti a imporre ai loro tesserati di taroccare il risultato. ‘Fate come vi diciamo’, è il messaggio alla squadra, ‘e gli stipendi arriveranno, altrimenti aria’!”.

La scoperta dell’acqua calda.

La mattina dopo ricevetti la telefonata di Francesco Ghirelli, dirigente del settore che da qualche tempo si trova all’opposizione e combatte il presidente Macalli il quale – nel rispetto del ruolo – mi disse che se non avessi ritirato pubblicamente l’accusa mi avrebbero dovuto querelare. Ghirelli ha da poco vinto la causa contro Macalli che l’aveva fatto fuori.

Non tornai indietro e non mi querelarono.

La Lega Pro è una giungla, e lo è da anni. Tutti lo sanno ma nessuno fa niente: l’unica preoccupazione di chi la dirige da decenni è conservare il posto, inventarsi una riforma all’anno dei campionati e chi s’è visto s’è visto.

Oggi una trentina di squadre anche di notevole tradizione (Monza, Foggia) sono state coinvolte in un altro rivoltante giro di scommesse. Ora, non si possono cambiare tutti presidenti dei club, ma si deve azzerare il governo investendo su gente nuova in grado di far rispettare le regole e, in primis, di controllare gli accessi alle proprietà.