Chi lo vince (l’Euro)? La domanda di sempre, semplice, lieve eppure decisamente fastidiosa poiché portatrice di brutte figure: e allora questa volta la risposta, il pronostico lo articolo in modo diverso.
Se prevalgono la logica e la tradizione, Germania e Spagna le favorite. Anche la tecnica, l’equilibrio complessivo e la solidità portano alla stessa conclusione: qualche dubbio sulla compattezza della difesa di Low; evidente anche l’assenza di un attaccante di livello, in fondo il realizzatore più efficace resta Thomas Muller; la Spagna ha una buona difesa (Ramos il sivigliano è oggi il più forte del mondo), un centrocampo collaudato e di notevole qualità; dubbi sulla consistenza dell’attacco: non sono un fan di Morata, ma ha più peso e incidenza del Torres 2012.
La Francia organizzatrice occupa la terra di mezzo: difensori centrali non proprio all’altezza (assenze di rilievo nel reparto), ma centrocampo forte (Pogba, Kanté, Matuidi) e punte in grande condizione (Griezmann, Payet, Coman).
L’elemento sorpresa (fattore Danimarca e Grecia) può premiare Belgio, Inghilterra e Croazia. Del gruppo di Wilmots sappiamo tutto: Courtois, Nainggolan, Hazard, Dembelé, de Buyne, Carrasco, Mertens, Lukaku, Benteke e Batshuay sono i pezzi pregiati di ogni sessione di mercato; lo stesso si può dire degli inglesi (Brexit, for sure), tra protagonisti di favole (Vardy, in fondo anche Rashford) e sogni talvolta interrotti (Kane, Alli, Barkley, Sterling). Diverso è il discorso che riguarda i croati: centrocampo di primo livello (Brozovic, Modric, Rakitic), attacco in condizione (Mandzukic, Perisic e il talentuoso Pjaca), riserve sulla tenuta.
Tra le possibili sorprese (enormi) figura l’Italia meno qualitativa di sempre: determinazione e coesione i valori del gruppo di Conte al quale mancano i picchi di qualità, ma che rispetto a quello dell’ultimo Mondiale (edizione Prandelli) sembra più omogeneo. L’Italia in finale resta comunque uno straordinario atto di fede.