Kondogbia e Miranda, quando chiama il Mancio

La prima telefonata a Kondogbia risale a due mesi fa. Mancini è fatto così: chiama personalmente – spesso in tempi non consentiti dal regolamento: non è il solo -, prova a sondare il terreno e a sedurre con le parole i campioni che vorrebbe (far) acquistare. Ha sempre fatto così: anche quando giocava nella Samp o nella Lazio integrava oppure scavalcava allenatore, ds e presidente. Per lui non esiste intermediazione più efficace, almeno nella fase iniziale.

L’ultimo squillo, pochi minuti prima che il francese firmasse per l’Inter costringendo Thohir a rivedere i programmi: puntava al prestito del centrocampista del Monaco e all’acquisto di Imbula, ma l’inserimento del Milan nella prima trattativa ha stravolto strategia e numeri, e addio Imbula.

Quaranta milioni. Troppi, per qualcuno. Ma il prezzo lo fa il mercato dove i patti di non belligeranza tra club rivali saltano alla prima curva.

Kondogbia non è un altro Pogba e nemmeno, per ora, il nuovo Touré: li ricorda fisicamente e nella capacità di interpretare più ruoli, ma tanto Pogba quanto Yaya hanno, più di Kondo, il gol.

Il francese è un ottimo acquisto, ma chi potrebbe risultare il vero colpo della campagna interista 2015 è Miranda, personalità e tempistica da fuoriclasse del ruolo. Taffarel lo considera il miglior difensore brasiliano, per certi versi superiore anche a Thiago Silva, certamente più forte di David Luiz, costato oltre 50 milioni al Psg. L’Atlético lo ha ceduto nel preciso momento in cui è esploso il giovane uruguaiano José Maria Giménez, 20 anni, che fa coppia con Godìn anche in nazionale.

Kondo, Miranda, Murillo: l’Inter comincia finalmente a muoversi da Inter, ed è una bella notizia anche per il campionato.