Il Napoli rigenerato dalla semplicità

Caro Rafa, come sosteneva il poeta “idee generali e grande presunzione sono sempre in procinto di provocare terribili disastri”. In fondo le sue due stagioni napoletane, in particolare l’ultima, lo sono state, parzialmente disastrose. La squadra giusta era davanti agli occhi di tutti eppure lei ce ne ha mostrata sempre un’altra. Bastavano un portiere affidabile e di personalità (un giorno ci dovranno spiegare i veri motivi dell’arrivederci di Reina), un difensore destro di ruolo, quindi capace in primo luogo di difendere (Hysaj è uno da 6, 6 e mezzo ma molto più efficace di Maggio adattato), i tre in mezzo e quindi Hamsik non più trequartista ma interno sinistro, Jorginho mai nei due, affiancato da Allan, specialista nel gioco senza palla, e il terzetto d’attacco, la ricchezza.

Semplice no? Glielo abbiamo ripetuto con insistenza per mesi e mesi, ma lei è andato avanti per la sua strada sacrificando tanto Hamsik quanto Jorginho e riducendo Higuaìn, Maggio e una difesa poco istruita.

Anche Sarri è arrivato a Napoli con alcune idee in testa (il trequartista, la seconda punta) ma dopo poche settimane e qualche punto regalato ha deciso di rispettare le caratteristiche dei giocatori ottenendo risposte strepitose da Insigne, Higuaìn, Jorginho, Koulibaly, Ghoulam. Dalla squadra.

Il calcio non vuole scienziati: la prima regola è “i giocatori nella loro posizione naturale e una buona condizione atletica”.

Salvo altri errori, imprevisti e omissioni, il Napoli logico e rigenerato è ancora in grado di lottare per lo scudetto. Le altre (Inter, Roma, Lazio, Milan, Juve) lo stanno aspettando.

Ci saluti Madrid e il Villarreal.