Se non ci fosse stata la Juve sarebbe stato un campionato equilibrato – in questo Garcia ha ragione. Se non ci fosse stata la Juve non ci sarebbe stato il suo violino, suo di Rudi, la Roma avrebbe vinto lo scudetto, Totti si sarebbe sentito meno vecchio, la Lazio non avrebbe avuto bisogno dei preliminari per giocare la Champions, Montella avrebbe avuto meno dubbi sulla Fiorentina, terza, ma il Napoli non avrebbe comunque conquistato l’ultimo posticino utile per entrare in Europa-1.
Quinto, Benitez, tutto suo il disastro in termini tecnici, undici sconfitte su 38, quasi una ogni tre partite, una difesa inserita nella lista delle impresentabili, una tifoseria tradita, due anni e 6 gare di Champions buttati.
Se non ci fosse stata la Juve Ancelotti sarebbe andato a Berlino e probabilmente avrebbe vinto di nuovo e così Rafa avrebbe dovuto trovarsi un altro posto nel mondo.
Se non ci fosse stata la Juve, questa Juve, Conte avrebbe vissuto un anno migliore, più sereno, e nessuno si sarebbe sognato di dargli del rosicone.
Se non ci fosse stata la Juve non ci sarebbe stata un’altra Juve.
Se non ci fosse questa Juve saremmo evidentemente un calcio di seconda fascia, di poveri semifinalisti. E invece tanti italiani andranno a Berlino da protagonisti e altri come al solito tiferanno contro. Avere una squadra in finale permetterà al nostro campionato di non sentirsi più il terzo o il quarto per importanza.
Se non ci fosse la Juve che ha già preso Dybala, Khedira e pensa a Oscar tanti vivrebbero un’estate di sogni di grandezza.
Ma la Juve c’è e bisogna farle soltanto i complimenti.
Basta cori anti-Napoli, però.