Salah, chi ha torto e chi non ha ragione

Della Valle, Diego, è uno che non ci sta a perdere. Può accettare le sconfitte sul campo, non quelle fuori, e per affermare le sue ragioni è disposto a tutto, anche a rimetterci parecchi quattrini. Non è un caso che negli ultimi anni siano state numerose le “chiusure antipatiche” tra la Fiorentina e alcuni tesserati: ricordo Frey, Prandelli, Montolivo e, ultimi, Neto, Montella e Salah che è diventato il tema (stucchevole) del mercato.

Riassuntino: la Fiorentina gli aveva proposto (non fatto firmare) una carta privata che ora considera non valida (e allora non si capisce perché a sottoscriverla sia stato un suo dirigente, Mencucci), carta che consentiva a Salah di avere l’ultima parola sul suo futuro e che, per il club, è scaduta a giugno; poi – come da accordi col Chelsea – aveva esercitato il diritto di ricompra alla cifra stabilita nel gennaio 2015. Per questo si sente dalla parte del giusto.

Salah, però, non aveva e non ha intenzione di restare a Firenze per cui si è sentito libero e prontamente offerto a numerose squadre: Inter, Milan, Juventus, Roma e Atlético Madrid.

Juve, Milan e Atlético si sono fatte subito da parte, Inter e Roma no. Il resto lo sapete: Della Valle è andato in bestia, ha fatto partire una lettera di diffida all’Inter che avrebbe sedotto il ragazzo e minacciato di inviare un dossier alla Fifa: in poche parole ha effettuato tutti i passaggi che, almeno nelle intenzioni, potrebbero portare alla squalifica dell’egiziano per almeno sei mesi.

Salah in questo momento si allena con le giovanili del Chelsea, titolare del suo cartellino, ed è proprio questo l’aspetto più curioso della vicenda: chi ce l’ha (Mourinho) non lo vuole e chi non ce l’ha farebbe carte false per averlo o per non lasciarlo alla concorrenza.

Come finirà? Salah andrà dove desidera andare e dove vorrà il Chelsea; non sarà squalificato perché nessuna istituzione gli vieterà di giocare; se saranno riconosciute le ragioni della Fiorentina, il club riceverà un indennizzo economico.

Resta inevasa una domanda: la Fiorentina sostiene che il documento pro-Salah non abbia valore perché non è stato depositato in Lega, e allora perché lo firmò e non lo depositò? Non toccava al giocatore farlo.

Misteri della deregulation. Detto questo, fossi l’Inter non lo prenderei.

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