La Juve più europea di sempre

Ci hanno mostrato quattro differenti partite in 210 minuti quando ne dovevano bastare due per sapere chi tra Juve e Bayern è più forte. Proprio per questo oggi si moltiplicano i rimpianti. I tedeschi si sono presi il primo tempo di Torino e il secondo di Monaco, più tutti i supplementari; la Juve è stata superiore nella ripresa a Torino e nella prima ora, davvero straordinaria, stordente, all’Allianz Arena.

Ieri sera vedendola così aggressiva, pressante e lucida, ho pensato che la Juve avrebbe potuto farcela realizzando una delle imprese più sorprendenti degli ultimi anni. Anche subito dopo l’intervallo ha avuto la possibilità di finire l’avversario, ma si è buttata via. Il gol di Lewandowski ha cambiato i rapporti di forza e fiducia e il pareggio di Muller all’ultimo minuto è sembrato inevitabile, oltre che beffardo.

La bellezza della Juve di Monaco risiede nel fatto che nessuno ha pensato almeno per un’ora alle assenze di Dybala, Marchisio, Chiellini e Cacères o all’impiego limitato di Mandzukic. La bruttezza, in quel ritirarsi a protezione del doppio vantaggio: per stanchezza, forse. Ma non solo. La resistenza passiva non ha prodotto gli effetti sperati.

Ripensando alle conclusioni di Sacchi sull’atteggiamento della Juve in Champions e trascurando le battute di pessimo gusto che qualcuno si è permesso di fare sull’ex ct, dico che la prestazione in Germania ha imposto numerose correzioni all’idea di Juve che lo stesso Arrigo aveva: da due stagioni abbiamo (di nuovo) una squadra europea in tutto e per tutto.