Barzagli, il meglio di Juve-Napoli

“Partita strana” ho risposto testualmente sabato pomeriggio a Giorgio Amico, di nome e anche di fatto (su Facebook), che mi chiedeva un pronostico: “finisce 0-0 o 1-0, ma non so per chi”. Bingo o quasi.

E strana lo è stata sul serio: tattica, tatticissima, una sfida di annullamenti. Allegri, senza Chiellini né Caceres, con un 4-4-2 che imponeva a Lichtsteiner e Evra di non salire mai per ridurre – nelle intenzioni – le incursioni di Insigne e Ghoulam da una parte e Callejòn e Hysaj dall’altra; Sarri con il disegno e gli uomini di sempre ma con una richiesta di attenzione che ha finito per annullare la spinta offensiva dei suoi, addio follìa.

Juve e Napoli si sono rispettate prim’ancora di offendersi. Due belle squadre per una partita nata morta che ha trovato solo nei minuti finali un’improvvisa accensione. E un protagonista assoluto: Andrea Barzagli. La Gazzetta gli ha dato 7,5, io mi sarei spinto fino al 10. Barza è stato monumentale, fisico e solido su un Higuaìn condannato all’isolamento, tattico e leader quando ha dovuto sostituire nei compiti Bonucci.

Barzagli è l’essenza della difesa dei campioni, l’insostituibile sostituito (solo quando si infortuna). A Torino e con gli anni e i successi ha acquisito una straordinaria consapevolezza di sé. Va per i 35 e 8 anni fa era stato quasi abbandonato dal nostro calcio e consegnato al Wolfsburg, nonostante Delneri, il tecnico che gli aveva insegnato a difendere in autonomia, continuasse a ripetere che si trattava del miglior centrale italiano.